Storia

La contrada di San Gregorio (contrata Sancti Gregorii) occupa la parte finale e più stretta del centro storico, verso Ovest, delimitata dalle rupi a nord e a sud.

Dal sec. XV la contrada di San Gregorio comprende anche quella che fino al Trecento è stata la contrada di Capo Castello: un’area occupata essenzialmente dalla fortezza albornoziana e da un certo numero di abitazioni poste sotto e intorno agli archi dell’antico acquedotto. Nella prima metà del quattrocento, semidistrutto e abbandonato il fortilizio, la porta a esso riservata – la porta della Rocca – divenne una delle porte della città e l’antica porta Franca, che in precedenza dal Borgo dava ingresso alla città, venne progressivamente abbandonata e chiusa.

Al disopra della porta Franca, sui resti del mastio della Rocca e sul suo fossato, è stato edificato ai primi del Seicento l’imponente palazzo Alberti (alla Rocca), sontuosamente decorato al suo interno.

Provenendo dalla porta Franca oppure dalla Rocca, per accedere alla contrada di San Gregorio e alla città bisognava traversare un’altra porta, detta in seguito del Vascellaro o di Maiotto, ancora oggi sormontata dalle chiavi incrociate di Niccolò V (1447-1455).

Prezioso come chiave di paragone, un documento della prima metà del Trecento rivela il numero delle famiglie che abitavano le varie contrade:

  • la contrada del Borgo (tra le rupi della città e il Tevere, abbandonata nel Quattrocento), 170 famiglie;
  • Capo Castello, 60 famiglie;
  • San Gregorio, 86 famiglie;
  • Porcini, 168 famiglie;
  • Sant’Angelo, 106 famiglie;
  • San Giovenale, 80 famiglie;
  • Olivola, 80 famiglie;
  • San Biagio, 116 famiglie;
  • San Sebastiano, 114 famiglie.

Entrando dalla porta del Vascellaro s’incontra, a strapiombo sulla rupe sud, la piccola chiesa di San Gregorio, che ha dato il nome alla contrada. Crollata nel 1497, la chiesa è stata presto riedificata e decorata con pregevoli affreschi che raffigurano la Vergine con il Bambino e i santi Gregorio Papa, Sebastiano, Giobbe e il committente. Sulla stessa via, poco più avanti, sorge il palazzo Paglia, costruito nel Cinquecento sulle macerie del medievale palazzo dei Pandolfini, demolito dalla comunità per punire l’attività ‘ribelle’ del ghibellino Pierleone di Pillo, ultimo esponente della famiglia. Tre altri palazzi cinquecenteschi, uno dopo l’altro, sono stati costruiti sulla rupe nord: il palazzo Archi, occupato per un certo periodo anche dal seminario vescovile, il palazzo della famiglia Astrei, di fronte alla chiesa di San Pietro, con gli astri nel suo stemma, e il palazzo della famiglia Brancati, con il quale termina il territorio della contrada.

Il limite territoriale prosegue sulla via di Santa Lucia (oggi via Venezia) dove sorgeva l’omonima chiesa, sede dal 1522 della corporazione dei fabbri ferrai. Nel secolo successivo due altre corporazioni avevano sede nella contrada, nella chiesa di San Rocco detta anche della Madonna della Purità, all’estremità dell’area della Rocca: quella dei muratori e quella dei falegnami.

Nell’odierno perimetro della contrada va ricordato infine il palazzo costruito nel Cinquecento dai Celiani sotto gli archi dell’acquedotto: il Suburbanum Celianum che presenta una interessante facciata decorata a graffito.

La contrada di San Gregorio ha allestito la sua taverna e la sua sede in ampi locali attigui alla porta Franca. Gli spazi sono caratterizzati da una serie di archi a tutto sesto, alle fondamenta di un antico edificio, e offrono uno stupendo affaccio sulla valle del Tevere.

Araldica

I colori araldici della contrada sono il bianco e il celeste e lo stemma bipartito reca gli attributi pontifici di San Gregorio (mitria e chiavi) sopra allo scudo della famiglia Manni.

Sede e contatti

Via della Rocca, 18
Tel.:333.5831893
Facebook: Contrada San Gregorio
Email: contradasangregoriorte@gmail.com

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