Storia

Il nome della contrada viene dalla sola chiesa un tempo presente nel suo territorio: la chiesa di San Giovenale. Questa, demolita nel Cinquecento, sorgeva dov’è ora l’ex chiesa di Sant’Antonio, edificata pochi decenni più tardi, nello stesso luogo, come chiesa conventuale dell’adiacente monastero benedettino di Sant’Antonio.

La contrata Sancti Iuvenalis si estende, in pendenza, dalla piazza del Comune fino alla rupe che a est delimita l’abitato, dove è caratterizzata da una serie di vicoli che dalla via di Sant’Antonio (oggi Pie’ di Marmo) si affacciano sulla valle del Tevere. Al disopra della via, nell’area dell’odierno parcheggio coperto, sorgeva fin dal sec. XIV il convento delle suore di Sant’Antonio, che lo hanno lasciato nel 1922 per trasferirsi in contrada di San Gregorio fino al 1958, poi nel convento di Santa Maria delle Grazie, fuori dal centro storico.

Nella parte più vicina alla piazza del Comune (della Libertà) i confini della contrada – forse leggermente variati dal Tardo Medioevo – comprendono il palazzo Roberteschi, oggi sede dell’Ente Ottava Medievale, sorto da una torre del XII secolo abbassata e ampliata, per essere poi portato alla forma attuale da Girolamo Roberteschi alla fine del Quattrocento. Il leone rampante, stemma della famiglia inciso nel portale del palazzo, è divenuto lo stemma della contrada. Il palazzo è soltanto uno dei tre più noti palazzi della famiglia Roberteschi che da fine Duecento al Cinquecento è stata all’apice del partito guelfo e riferimento ortano della famiglia Orsini.

È in contrada di San Giovenale anche il vecchio palazzo del Comune, ovvero il palazzo dei Priori, sulla piazza del Comune, al quale si accedeva da una lunga gradinata esterna. Di origine medievale, il palazzo è stato ristrutturato nel Cinquecento. Nell’Ottocento la sede comunale è stata estesa anche al confinante palazzo edificato dal cardinale Ferdinando Nuzzi agli inizi del Settecento, con ingresso sul lato opposto dell’isolato.

Durante i tre mesi della loro carica, i tre priori del popolo risiedevano giorno e notte nel loro palazzo, dove si riunivano i consigli comunali e si prendevano le decisioni sulla vita della comunità. L’amministrazione della giustizia avveniva invece nella residenza del podestà che fino al Seicento era ospitata in un palazzetto addossato alla facciata della cattedrale, sulla piazza del Comune, chiamato Palazzo di Santa Maria.

Quest’area urbana a ridosso della piazza principale è particolarmente ricca di prestigiosi edifici e infatti sull’altro lato del vecchio palazzo comunale, in via del Peso (oggi Gioberti), sorge uno dei palazzi Alberti, con ingresso anche sulla via del Serraglio (oggi del Plebiscito), di fianco al palazzo Nuzzi. Pochi altri passi e in fondo alla via del Peso si staglia la mole del palazzo Deci-Celiani, anch’esso sulla via del Serraglio, dov’è vissuto il poeta Antonio Decio (1560 ca. – 1597). Queste ultime sono ambedue dimore cinquecentesche, come una gran parte dei palazzi del centro storico. Di poco posteriore è il palazzetto di Rutilio Sanarotti, sulla via di Sant’Agostino o di San Silvestro (oggi Matteotti), di fronte a piazza Colonna, dove ha avuto origine nel Seicento il Seminario vescovile di Orte grazie al lascito testamentario di quel benefattore. Si ricorda infine nella contrada di San Giovenale la sede del Monte di pietà, ubicato lungo la via di Sant’Agostino (oggi Pie’ di Marmo), al limite con la contrada dell’Olivola.

La contrada ha sede in un antico locale al piano seminterrato del palazzo Deci-Celiani, dove gestisce anche la propria taverna.

Araldica

I suoi colori araldici sono il rosso e il nero.

Sede e contatti

Via dei Giardini
Tel. 371.5968747
contradasangiovenale@gmail.com
Facebook: Contrada San Giovenale

LE ALTRE CONTRADE