Contrada San Biagio
Storia
La parte più scoscesa del centro storico, che dalla piazza della Libertà discende con viuzze ripide e con gradinate verso la porta di Sant’Agostino, prende il nome di contrada di San Biagio (contrata Sancti Blasii). Nome che le viene dato dalla chiesa posta al centro dell’area. Gli altri limiti territoriali sono costituiti dalla piazza Colonna e dalla piazza Pietralata.
La chiesa di San Biagio, già esistente alla metà del Duecento, era una precettoria ovvero commenda dell’ospedale romano di Santo Spirito in Saxia, provvista di habitationi, chiostro, torre campanaria e giardino. Nel 1613 l’ospedale ha concesso in uso la chiesa alla Congregazione dell’Annunziata di Orte, sorta da pochi anni, che l’ha restaurata ponendo sul portale la croce di Lorena, emblema di Santo Spirito in Saxia. L’edificio è stato preda di un incendio nel Settecento e riedificato quasi completamente.
L’altra chiesa esistente nella contrada, San Silvestro, è ancor più importante e antica. È sorta nel 1141 in stile romanico e è stata affiancata da un elegante campanile in laterizio della stessa architettura. Nei secoli ha perduto il porticato anteriore e una navata laterale che la univa al campanile. Anche in questo caso il tempio disponeva di un chiostro e di una abitazione annessa. Sconsacrata nell’Ottocento, ospita oggi il Museo d’arte sacra di Orte e custodisce i migliori tesori artistici del luogo. Al centro della piazzetta antistante – uno degli angoli più attraenti del centro – è stata posta nel 1614 un’antica colonna sormontata da una croce.
Nella parte più alta della contrada, a ridosso della piazza principale, sono sorti nei secoli importanti palazzi nobiliari. Nel Medioevo quel lato della piazza era provvisto di portici sotto i quali si aprivano le attività commerciali. Nel Trecento i Salamoni e i Sordolini si facevano concorrenza con le loro botteghe di tessuti e poco oltre, nella via dell’Arengo (via Gramsci) dove i portici continuavano, anche i Franceschini avevano una bottega: famiglie che non a caso si ritrovano negli opposti schieramenti guelfi e ghibellini.
Sotto i portici della piazza del Comune i notai erano soliti accogliere i clienti per rogare i loro contratti. Al disopra sorgevano i palazzi dei Roberteschi e dei Sordolini ai quali, nei secoli successivi, si sono aggiunti il palazzo Ralli, su via Mazzini, il palazzo Salamoni e il palazzo Squarta nella piazzetta del Mercatello (oggi d’Erba) “hora detta di messer Bofo Sordolino” scrive Leoncini, perché la piazza era attigua, sul retro, al nuovo palazzo che Bofo ha edificato nel 1578. Dallo stemma dei Sordolini inciso su portale di quel palazzo, su via Matteotti, è stato tratto lo stemma della contrada di san Biagio. Si tratta di un cosiddetto ‘stemma parlante’ che rappresenta tre orecchie sopra tre fiori.
Tra le istituzioni caritatevoli presenti nella contrada fra Tre e Quattrocento, va ricordato l’ospedale dei Poveri di Santa Croce, appartenente ai frati francescani e situato nello spazio tra la prima e la seconda porta di Sant’Agostino.
La sede della contrada insieme alla taverna che essa gestisce è ubicata in un antico locale a pochi passi dalla piazza di Pietralata;
Araldica
I colori araldici sono il verde e il rosa.
Sede e contatti
Via Mazzini, 27
Tel. 327.1340216
Tel. 0761.403180
www.contradasanbiagio.com
Facebook: Contrada San Biagio
Instagram: contradasanbiagio
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