Storia

La contrada Olivola o dell’Olivola (contrata Olivolae) si colloca all’estremità est della città e, secondo gli scritti di Lando Leoncini, prende il nome da un albero di ulivo un tempo posto nella piazza di Sant’Agostino (oggi del Popolo), intorno alla quale si sviluppa il suo territorio. Piazza che si limitava a un breve spazio davanti alla chiesa, essendo il resto occupato da un edificio di abitazione demolito alla fine dell’Ottocento.

Gli attuali confini della contrada iniziano da piazza Colonna e da piazza Pie’ di Marmo per giungere all’entrata del centro storico, un tempo difesa dalla doppia porta di Sant’Agostino (sebbene questa si trovasse sotto le ultime case della contrada di San Biagio). Fuori della porta la strada si ampliava nel piazzale “dei Fabbri”, alloggiati nelle grotte che si aprono nel tufo. Nel piazzale alcune robuste istallazioni di legno servivano per la ferratura di asini e cavalli. Più avanti, lungo la discesa della Passeggiata, seguivano le botteghe dei “facocchi” che producevano carri, soprattutto agricoli. 

Ancora un secolo fa completava quest’area di ‘servizio ai trasposti’ un sellaio, Cinichelli, presente nella sua bottega fino agli anni Cinquanta del Novecento.

Nonostante la posizione geograficamente marginale, la contrada Olivola ha accolto e accoglie importanti istituzioni ed edifici. La chiesa di Sant’Agostino, con il convento agostiniano, è stata edificata ai primi del Trecento. Successivamente vi è stato aggiunto l’oratorio di Sant’Egidio, realizzato dalla confraternita dei Disciplinati, che aveva sede in una cappella nel sottosuolo della chiesa. Di fianco all’oratorio il sodalizio ha costruito il suo ospedale, in seguito chiamato – come anche la confraternita – di Santa Croce. I locali ospitano oggi il suggestivo Museo delle confraternite. Nell’oratorio aveva sede anche la confraternita del Rosario: nel suo altare fa ancora bella mostra di sé la tavola della Madonna del Rosario di Giorgio da Orte.

Il lato sud dell’attuale piazza è delimitato da un edificio che fino a un secolo addietro era la chiesa della Madonna dei Raccomandati. La sua abside semicircolare è ancora visibile davanti all’ex convento di Sant’Agostino; l’ingresso, sul lato opposto, dava sulla via Carraia o del Carraro. Affidata alla confraternita dei Raccomandati nel 1617, la chiesa era in precedenza dedicata a sant’Andrea. Sulla stessa strada, più in basso, di fianco al monumento ai Caduti, era la chiesa della Trinità, anch’essa trasformata in abitazione nel Novecento. Vi aveva sede la confraternita omonima che gestiva, adiacente alla chiesa, un ospizio per i pellegrini nonché un ospedale “dei Convalescenti” nel palazzetto donato da Simone Alonio che affianca l’oratorio di Sant’Egidio e, oggi, la farmacia comunale. Nella chiesa della Trinità la corporazione dei Barcaioli aveva il suo altare, dedicato a san Giuliano Ospedaliere. Sconsacrata la chiesa, l’altare è stato trasferito in San Francesco.

La contrada Olivola ha la propria sede nel chiostro dell’ex convento agostiniano – chiuso in epoca napoleonica – dove gestisce anche la sua taverna.

Araldica

I suoi colori araldici sono il blu e il rosso; il suo stemma è stato mutuato dalla famiglia Rosci: un toro al pascolo sormontato da tre fiori.

LE ALTRE CONTRADE